Oggi abbiamo fatto visita alla “democratica” festa del PD a Milano. Era previsto sulla sicurezza, un incontro con Fassino, sindaco di Torino, e da sempre molto loquace quando si tratta di esprimersi sulla lotta NO TAV in Val di Susa.
Eravamo andati per dare ragione a Fassino, quando dopo lo straordinario
assedio del 3 luglio affermava che “Non è tollerabile che la Val di Susa venga letteralmente presa in ostaggio da gruppi di violenti che hanno militarizzato la protesta e teorizzano la guerra civile.”. Peccato che, tuttavia, i violenti non sono quelle persone, quei ragazzi, quella madri e quei bambini che da più di 20 anni lottano contro una rete ferroviaria utile più alle tasche di chi la costruisce che a una reale modernizzazione dell’Italia. Sono le forze militari di occupazione che hanno iniziato il 27 giugno a reprimere con lacrimogeni, idranti, denunce, fogli di via la legittima protesta di chi si oppone a mafie e faccendieri. La sicurezza che Fassino invoca è quella di un territorio militarizzato da forze dell’ordine, quella dei recinti e del filo spinato.
Ma Fassino, evidentemente, ha avuto paura. Non si è presentato. Non voleva trovarsi nella situazione imbarazzante di avere di fronte chi la pensa diversamente sull’Alta Velocità, che in questo paese ha già devastato l’appennino tosco-emiliano. Non voleva trovarsi di fronte le persone che secondo lui sarebbero da gasare massicciamente con il gas al CS vietato dalla Convenzione sulle armi chimiche (CAC) insieme al movimento NO TAV della Val di Susa.
Ma noi, alla festa del PD, ci siamo andati ugualmente. Fassino, infatti, non è assolutamente isolato nel suo partito nella sua crociata contro i NO TAV. Non solo l’ormai famoso stratega militare Esposito, parlamentare del PD, che invoca l’istituzione di una “zona di interesse di strategico” attorno al non- cantiere di Chiomonte e l’uso di armi quali le flash bombs, ma tutto il partito condivide le sue posizioni.
E quindi abbiamo fatto loro una bella visita, bloccando questo incontro farsa e facendogli respirare qualche, innocuo, fumogeno, nulla rispetto ai CS ripetutamente sparati in Val di Susa.
E ci siamo andati come militanti No Tav, perchè anche noi condividiamo la difesa di un territorio contro la speculazione, contro l’arroganza di un governo che in tempo di enorme crisi economica spende soldi per mantenere un non-cantiere presidiato giorno e notte da forze dell’ordine e che si permette di reprimere chiunque sostenga qualcosa di diverso. Siamo No Tav perchè siamo contro opere inutili e dispendiose, siamo contro gli intrallazzi di palazzo che per interessi economici cementificano e distruggono interi territori.
Siamo No Tav perchè il territorio è un bene comune.
Sempre al fianco della lotta NO TAV
A sarà dura.