VENERDI’ 15 LUGLIO h. 21:00
B.S.A. Milano e Z.A.M. vi invitano al dibattito
SANATORIA TRUFFA UN ANNO DOPO
dopo gru, torri e occupazioni, come continuare la lotta?
intervengono:
– Coordinamento migranti Bologna
– Coordinamento migranti Toscana Nord
– Presidio sopra e sotto la gru Brescia
– Immigrati autorganizzati Milano
– Razzismo stop Padova

a seguire…

||||||SERATA BENEFIT BSA MILANO|||||

Anche quest’anno le Brigate di Solidarietà Attiva promuovono la campagna “Ingaggiami contro il lavoro nero”, proponendo un campo di accoglienza per lavoratori stagionali che raccolgono angurie a Nardò (Lecce). Un punto di partenza per la sensibilizzazione e l’acquisizione dei diritti dei lavoratori, contro lo sfruttamento del lavoro nero e la logica del caporalato. Durante la serata sarà proiettato il documentario girato al campo l’anno scorso, Braccianti del XXI secolo.
Se vuoi sostenerci e/o saperne di più, fai un salto!

VENERDI’ 15 LUGLIO dalle 23 DJSET
BENEFIT B.S.A. MILANO
special guest DJ ALI BABA from Baluardo

 

Sono un immigrato, vivo a Milano da 5 anni. Nel mio paese non avevo un futuro, così sono partito per cercare lavoro.
Sono entrato in Italia irregolarmente, perchè non c’era altro modo. Ora lavoro nei cantieri o nei mercati, in nero, perchè non c’è altro modo.
Sono un clandestino, invisibile e ricattabile.
Un giorno un amico mi dice che c’è una “sanatoria”, che se riesco a farmi assumere come colf o badante posso ottenere il permesso. Io non sono né colf né badante. Ma vorrei tornare nel mio paese, vorrei sposarmi, fare dei figli e portarli qui con me. Allora raccolgo tutto quello che ho, mi faccio prestare quello che manca, e pago. Pago un mio connazionale che mi dice che un datore di lavoro italiano vuole assumermi. Pago 3000 euro, pensando a tutta la fatica che ho fatto per guadagnarli. Ma sono felice, perché quando avrò il permesso non sarò più illegale.
Poi però passano mesi e del permesso non so ancora nulla. Il tizio a cui ho dato i soldi non risponde più al telefono, è sparito. Anche il mio amico ha pagato e anche lui non sa più niente della sua pratica. E allora capisco, siamo stati truffati.
Decido di andare dalla polizia a denunciare il mio estorsore. Mi chiedono i dati, mi prendono le impronte. E invece di aiutarmi, mi danno un’espulsione.

Questa potrebbe essere la storia di migliaia di immigrati in Italia. Da qui nascono tutta la rabbia e l’indignazione che li hanno portati l’autunno scorso a salire su una gru a Brescia e su una torre a Milano, mentre in tante altre città si organizziavano presidi, manifestazioni e proteste. Di loro ne hanno parlato giornali, radio, televisioni; sotto quelle gru e quelle torri hanno conosciuto il significato della parola lotta e la solidarietà di tanti, italiani e stranieri. Non sono più invisibili, ora, e non sono certo soli. Associazioni, gruppi e attivisti continuano e continueranno a sostenerli. Ma dopo più di un anno di mobilitazioni, qual’è il bilancio? Quanto è stato ottenuto e quanto invece è ancora da rivendicare? Noi crediamo che sia ora di confrontare le diverse strade percorse e rafforzare le reti che da Padova a Massa Carrara, da Brescia a Bologna, ci uniscono tutti, italiani e stranieri, in un’unica lotta. Perché i diritti o sono di tutti o di nessuno. E insieme va decisa la prossima mossa.

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ZAM
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