MERCOLEDI 6 LUGLIO
Ore 21.30
|| EVENTO GRATUITO||

CineZAM presenta:

KILL ME PLEASE
Un film di Olias Barco.
Con Aurélien Recoing, Virgile Bramly, Daniel Cohen, Virginie Efira, Bouli Lanners. Benoît Poelvoorde, Saul Rubinek, Zazie De Paris, Muriel Bersy, Nicolas Buysse, Ingrid Heiderscheidt, Jerome Colin, Ewin Ryckaert, Stéphane Malandrin, Gérard Rambert, Stéphanie Crayencour, Vincent Tavier, Clara Cleymans, Olga Grumberg, Philippe Nahon
Commedia, durata 95 min. – Belgio, Francia 2010. – Archibald Enterprise Film

Trailer:
http://www.mymovies.it/fil m/2010/killmeplease/trailer/

Il dottor Kruger gestisce una clinica che offre assistenza e qualche goccia di veleno a chi ha deciso di farla finita con questa vita. Il giuramento di Ippocrate lo obbliga a cercare di far desistere qualsiasi paziente dalla scelta estrema ma, se la volontà è forte e sicura, il primario, sostenuto da un contributo governativo, non può far altro che assecondarla, ultimo desiderio compreso. Nella villetta del suicidio medicalmente assistito sbarcano i personaggi più disparati, dal malato di cancro alla bella sfortunata, dal depresso con la fantasia del Vietnam alla cantante lirica che ha perso la voce. Eppure non è così facile spegnere l’umano interruttore quando la campanella della natura o del destino non è ancora suonata.
Il belga Olias Barco sceglie per il secondo lungometraggio un soggetto politicamente ultrascorretto, che declina, fotograficamente, in bianco e nerissimo. Si spinge senza scrupoli sul pedale dell’eccentrico e del cinico, ma la verità è che in Svizzera e non solo questo genere di cliniche esiste e prospera. Amante dei forti contrasti, Barco sceglie un’ambientazione sontuosa, dove il bianco della neve e degli interni e il silenzio della natura circostante si propongono come il miglior viatico per la quiete eterna, almeno fino a che le interazioni sociali non fanno esplodere anche lì tutta l’anarchia di cui sono portatrici.
Il cast è ottimo e, tra gli altri, conta quel Bouli Lanners che sta dando non poco al cinema francofono delle ultime stagioni, da Eldorado a Louise Michel a Mammuth; per questo e altro, trattenere il riso è spesso impossibile, ma occorre comunque passare attraverso alcune scene seriamente disturbanti. Non solo, anche a livello di farsa l’impressione forte è che sarebbe bastato poco, in sede di scrittura soprattutto, per farne un prodotto di livello superiore, un piccolo cult: meno investimento d’inchiostro nella caricatura dei personaggi e più nei dialoghi, forse, che sono esilaranti ma sottoutilizzati.

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