Valerio Verbano.
Una ferita ancora aperta
di Marco Capoccetti Boccia

Il 22 febbraio 1980 Valerio Verbano viene ucciso da un agguato fascista in casa sua, a Roma
nel quartiere Montesacro. I 3 assassini prima immobilizzano i genitori nella stanza da letto,
e poi attendono il ritorno di Valerio a casa, uccidendolo con un colpo di pistola dopo una breve
colluttazione.
Nel contesto di quegli anni, insanguinati dagli agguati e dagli assassinii incrociati di militanti
della sinistra extra-parlamentare e non ma anche di estremisti neofascisti, l’omicidio di Valerio
rappresenta tuttavia, ancora oggi, 31 anni dopo, un caso anomalo. E non solo perché ad oggi
non è stata ancora raggiunta una verità giudiziaria.
Valerio, infatti, stava lavorando scrupolosamente alla redazione di un dossier di contro-informazione che conteneva nomi, foto, indirizzi, abitudini e frequentazioni di neofascisti, esponenti delle forze dell’ordine, componenti della malavita organizzata (banda della Magliana), personaggi ambigui appartenenti ad istituzioni “deviate” dello Stato e poteri forti romani. Un dossier che, sequestrato dalla Digos in seguito all’arresto di Valerio l’anno precedente il suo assassinio, misteriosamente scompare dall’Ufficio Corpi di Reato del Tribunale di Roma, per poi ricomparire, altrettanto misteriosamente, nel febbraio scorso, 31 anni dopo l’omicidio di Valerio, ritrovato dai Carabinieri in un loro non meglio specificato archivio.
Evidentemente nel dossier c’erano informazioni tanto sensibili quanto scomode, come testimoniato dal fatto che pochi mesi dopo l’uccisione di Valerio, viene assassinato dai Nar il giudice Amato che stava proprio lavorando sui legami fra l’estrema destra, la criminalità organizzata, la finanza, le forze dell’ordine e la politica utilizzando, fra le altre fonti, anche il dossier di Valerio.
Che cosa c’era in quel dossier? Perché tutti coloro che lo hanno avuto fra le mani (ad eccetto della Digos) sono stati assassinati dai neofascisti? Come mai il dossier ricompare 31 anni dopo in circostanze quanto mai sospette? Chi copriva, organizzava e finanziava i neofascisti negli anni 70 e 80?
Della storia di Valerio, della Roma di quegli anni, delle zone d’ombre dove i neofascisti, la malavita e lo Stato si incontravano e pianificavano strategie per mantenere intatto e rafforzare il sistema di potere di quegli anni ne parleremo stasera a ZAM con Marco Capocetti Boccia autore del libro “Valerio Verbano, una ferita ancora aperta”.
La presentazione del libro sarà preceduta dalla proiezione della video intervista a Carla Verbano, mamma di Valerio, realizzata il 21 febbraio scorso alla vigilia del corteo in ricordo di Valerio ed a poche ore dalla riapertura del caso.

 

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