L’avventura è cominciata. Siamo dentro, da sabato. Stiamo lavorando, pulendo, imbiancando, aggiustando, costruendo. Passano vicini di casa a guardare, qualcuno entra, chiede, commenta, si propone, sostiene. Ci raccontano di questo spazio, abbandonato da tempo, dei migranti che in alcuni periodi vi hanno vissuto in condizioni indegne, al freddo e al buio, dell’infamia della Polizia Municipale che li ha sgomberati solo per continuare a lasciare muri vuoti a prendere acqua e a degradare in condizioni sempre peggiori progressivamente.

Abbiamo occupato uno spazio in Barona, un quartiere stimolante, a metà strada tra un’antica tradizione popolare e di sinistra (con diversi luoghi d’aggregazione come il Bitte ed il Barrio’s) e le trasformazioni urbanistiche che stanno cambiando tutta la metropoli.
Sabato siamo entrati in tanti, insieme, alla luce del sole. Nel corso delle prima due giornate sono venute a conoscere Zam in diverse centinaia, a ballare con noi, a far festa, a discutere e pensare.
In queste poche ore siamo invasi da idee, proposte e sorrisi. Gente che si preannuncia per la prima assemblea di gestione, persone che chiamano per offrire mobili da recuperare, spettacoli teatrali da proporre, gruppi musicali da far suonare. Tanti amici di vecchia data,
tanta gente nuova e mai vista. Non siamo bravi noi, non è un merito che possiamo rivendicare in esclusiva. Se abbiamo avuto una capacità è stata semplicemente quella di credere in Milano, nei suoi soggetti in movimento. Diciamo le cose come stanno: ce ne vorrebbero almeno una alla settimana di occupazioni! Altro che gli isterismi di De Corato, altro che fantomatiche strategie che non ci sono (e il bello è proprio che non ci siano!)
Da un po’ di tempo a questa parte a Milano si respira un’aria diversa: merito delle lotte che hanno attraversato questa città, di chi le ha fatte vivere, dall’alto di una torre o di un carroponte come nei cortei contro la riforma Gelmini, merito di chi ha occupato scuole, facoltà universitarie, spazi sociali, luoghi di lavoro, strade e piazze.
Noi siamo e vogliamo essere semplicemente una piccola parte di tutto ciò. La disponibilità e l’entusiasmo che si stanno aggregando intorno a questo progetto sono il frutto di un processo sociale ricco e complesso, di mobilitazione e partecipazione, che per fortuna non comincia né
finisce con la nostra collettività ed esperienza.
Siamo dentro uno spazio nuovo che sta già vivendo in queste prime ore in mille modi, siamo qui perchè a Milano c’è ancora un’enorme carenza di luoghi d’aggregazione, di produzione culturale, sociale, politica, di spazi in cui alimentare il conflitto sociale. Ma siamo dentro uno spazio occupato e liberato per avere un’arma in più per far vivere tutto ciò non solo dentro queste mura ma anche più in generale dentro la città. Una base da cui partire, un avamposto per attaccare, uno spazio comune d’avanzamento per i movimenti.
In queste ore frenetiche ed entusiasmanti ci tenevamo a trovare due minuti per dire tutto ciò, per ringraziare chi c’ha aiutato da tempo e chi si sta coinvolgendo ora.
A breve proseguiremo con altre riflessioni, comunicazioni, proposte, iniziative.

Zam, uno spazio nuovo in movimento e per i movimenti a Milano. Ne sentirete delle belle.Zam – Zona Autonoma Milano

VIA OLGIATI 12

BARONA, MILANO